sabato 15 dicembre 2012

Gira la carta



Duccio wrote:

Sono passati già 15 giorni!! 1/4 del tempo da noi preventivato ed è ora dei primi resoconti.
Ok Ok lo ammetto, forse a volte sbaglio anche io.
Cioè, diciamo che sono indotto all'errore. Non che proprio sbaglio io, ma mi costringono a farlo.
Fosse per me non sbaglierei mai! Ma dicono che umanum est…
Fatto sta che le prime immagini girate non è che ci soddisfino molto.
Un paio di storielle, ma sopratutto sembra roba da reportage. 
Noi non siamo qui per questo!
Ed allora è ora di cambiare rotta. Domani si va nei villaggi!
Grazie "Yungar per la Pace"! Sono sicuro che grazie alla vostra deliziosa ospitalità troveremo ciò che ci serve! 
Il villaggio di Yayeme è quello che già mi ha ospitato nel 2009, dove ero stato molto bene.
Yungar per la pace dopo i successi della ri-alfabetizzazione femminile, il Bois Sacré ultimato, la maison d'accueil funzionante, si appresta ad ultimare altri grandi progetti: StopTB sulla prevenzione e cura della tubercolosi nel quadro dell'OMS, dal 28 gennaio partiranno i corsi di formazione che coinvolgono le donne già alfabetizzate da Yungar per la pace; e dal 1 al 3 febbraio ci sarà al Bois Sacré il primo festival dei villaggi! http://yungarperlapace.org
Gireremo delle immagini per documentare anche questo in attesa di trovare la storia giusta per il nostro progetto.

Ecco, questi ultimi giorni sono passati così: fra dubbi angosce e, per fortuna, amici ritrovati.
A Dakar è arrivato Beniamino, vecchio amico, ex coinquilino e cooperatore internazionale per non mi ricordo che cosa.
Lui è la 4 volta che viene in Senegal per lavoro e per lungo tempo, questa volta è ospite da Marta e Aziz che gestiscono un SurfCamp. http://www.malikasurfcamp.com


Ed allora via che anche noi ci accodiamo a gitarelle in cerca di spot buoni per le loro onde.


Bello vedere una Dakar che altrimenti non avrei saputo trovare, bello spesso incontrare gente cordiale come il Togolese Renaud ("si pronuncia come la macchina" Cit.). Anche lui, come noi devo ammettere, era un po' nostalgico. Il Senegal è duro, dice, la vita è cara e non sempre le persone sono così cordiali.
Secondo me è colpa della città. Concentriamoci sulla vita rurale, riscopriamo l'essenziale rapporto uomo natura.

Renaud e Valentina

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