lunedì 3 dicembre 2012

Bienvenu au Senegal!!!


..ovvero i medici tradizionali dans la rue, l'artista Bese, i deliziosi profumini di Dakar e i taxi che cadono a pezzi.



In questo momento Duccio corre in riva all'oceano, e io ne approfitto per qualche esercizio yoga e per aggiornare il blog.
Programma della giornata: visitare l'Herbier Dakar (Giardino botanico della Facoltà di Biologia) e avventurarci in promenade, per respirare l'aria (alquanto malsana!) di questa metropoli. Chissà che non si possano fare incontri utili al nostro lavoro.. Notre but est l'exchange, n'est pas?
Il taxi si rivela subito un ottimo mezzo di trasporto, rapido ed economico: con un euro ci troviamo catapultati di fronte all'Università Cheik Anta Diop, grande complesso che si estende nella zona di Fann, a pochi passi dalla Corniche. Il giardino botanico si rivela un piccolo spazio recintato, in generale non troppo curato, che ospita qualche pianta priva di cartellino. Ecco l'entrata!


(Diciamo che la descrizione del sito internet era stata piuttosto “generosa”)
Bene, proseguiamo per il “centro” incrociando nell'ordine: un montone insacchettato su motorino sgangherato che grida bbbeeeeee mentre il conducente se la prende con un uomo con carretto trasportante liquidi non definiti che gli ha tagliato la strada, donne che fanno il bucato su strada, un numero imprecisato di carri, carretti, motorini, bus collettivi, taxi, cavalli, capre, galline, venditori ambulanti, uomini in preghiera, donne che cucinano e bambini che giocano, un banchetto di medici tradizionali che vendono i loro prodotti...MEDICI TRADIZIONALI!?!
Ci fermiamo incuriositi e riusciamo senza troppe difficoltà a stabilire un contatto. C'è in noi il desiderio di ascoltare, di capire, di apprendere, c'è in loro la volontà di dialogare, a patto che il discorso non sia unilaterale. Il faut donner pour avoir, c'est ça l'exchange!
Dopo averci ricordato la nostra dipendenza dal mondo naturale ("il faut regarder les animaux et étudier les plantes pour produire les médicaments"), e la superiorità dell'Africa in quanto a conservazione e valorizzazione delle tradizioni, ci illustrano le qualità dei prodotti di cui dispongono, che curano praticamente qualsiasi cosa!
Ce ne andiamo felici, sicuri che li incontreremo di nuovo.

Per il resto del racconto, credo che le foto siano più esplicative di mille parole.
A presto.
V.

Alle prese con le "puzze" di Dakar















L'artista Bese, promotore dell'arte per il popolo














Pit stop sulla via del ritorno

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