lunedì 31 dicembre 2012

La teranga





Duccio wrote:
Vorrei precisare che il fatto che non ci siano video sul blog o file audio caricati su soundcloud, non vuol dire che non ne stia facendo! E' colpa del debole ed alterno internet di cui siamo dotati!
Vorrei precisare che nonostante siamo in Africa oggi faceva un freddo pazzesco (roba da felpa fino alle 11 di mattina), e che il vento che soffia da ieri ci accompagnerà fino a domani (vuol dire altra sabbia negli occhi!)
Vorrei precisare che oggi è l'ultimo giorno dell'anno e che probabilmente questo vento sta spazzando via quanto di male si stava lasciando indietro questo nefasto 2012.
Nefasto non perché così tremendo o doloroso, ma perché faticoso e non estremamente soddisfacente. 
Ok, ok era un anno bisestile, e si sa che noi cancerini li soffriamo molto gli anni bisestili, ma il prossimo avrà il 13 e mia madre è già due mail che mi dice che sarà anno di grandi cambiamenti… ANCORA??!!?? 
Eh, bè meno male che ci sono, dice lei, ed ha ragione. 
Pensa cosa sarebbe un 2013 tutto di luna piena! No perché anche lì non ho capito bene: ma la luna è diversa a varie longitudini? No perché a me sembrava ieri fosse piena ed invece mi dicono che in Italia sarà stanotte… mhz…
Quanti dubbi sta lasciando questo 2012?
Tanti.
Riuscirò a trovare ciò che sto cercando qui? 
No perché di cose ne sto facendo: pulisco campi, imparo il Serere, faccio siti web, partecipo a matrimoni tradizionali, imparo a cucinare Yassa, leggo tanti libri, studio le piante ed i loro utilizzi, guido il carretto (con tanto di comandi vocali in Serere), semino piante, traduco testi in tre lingue….. 
… e tutto mi viene discretamente bene…..
… si ma… il film?.. mi piace pensare che ci stiamo arrivando, e che questo vento si porti via il 2012 con le mie care (nel senso economico) disavventure, le mie imprecisioni, la mia spiccata capacità di fare di tutto tranne ciò che dovrei, la mia incostanza, la mia estrema suscettibilità, e poi e poi e poi…. ce ne sarebbe una lista lunga come il 2013.

Propositi per il nuovo anno?
parliamone domani che stasera devo finire un 2012. Grazie.

p.s.
per gli amici come me uomini di panza che stasera si riempiranno di alcolici alla faccia mia: tranquilli il fatto che l'alcool ingrassi è una bufala: non tocco una goccia da un mese e non sono calato di un etto!!!


Confermo quanto sopra! E ahimè qui il confronto è schiacciante! tutti sfoggiano bicipiti torniti e addominali di marmo! Io cerco di guardare oltre, anzi no, guardo, ma cerco di allontanare maliziosi pensieri…

Allora, dicevamo, giorni di cambiamenti.
Si, in effetti, finalmente qui sembra che qualcosa si stia muovendo, non sappiamo bene in quale direzione ma come dicono qui "on bouge beaucoup"!!
Al battesimo con il quale abbiamo inaugurato il viaggio, gustando dell'insolito cous cous al latte cagliato (..una delizia!!), possiamo aggiungere finalmente un matrimonio tradizionale, con tanto di sacrificio di giovane vacca (in caso di battesimo di solito è la capra a rimetterci le penne).
La cerimonia qui coinvolge tutto (ma proprio tutto) il villaggio, e sono le donne che si occupano, nell'ordine: della preparazione della sposa con relativa iniziazione ai segreti della vita coniugale, del rito di unione dei due novelli, dell'accompagnamento musicale (canti e danze al suono della callebasse), della cucina. Una giornata intera di cerimonia, seguita da almeno quattro giorni di festeggiamenti (di solito da giovedì a domenica). 
Agli uomini spetta l'uccisione e macellazione della vacca, ammansita durante la cerimonia grazie al movimento circolare ipnotico delle danze.  


Non vi dico la mia faccia quando, al termine della prima fase della cerimonia, ho volto lo sguardo verso terra e ho visto l'animale già scuoiato e pronto ad essere svuotato dalle parti molli, circondato da bambini curiosi che ne toccavano il cranio ancora caldo. Solo un attimo di apnea, per poi entrare magicamente in quel mélange di vita e morte che qui è continuamente alla portata di tutti, per ricordarci quanto sia effimera la nostra esistenza, e quanto sia naturale prendere parte agli eventi che ne determinano il corso. Altro che allevamenti intensivi!!
E così, dopo qualche ora di cucina, ecco serviti riso e cous cous con verdure e carne. Ottima. (Mamma, ho pure mangiato il fegato! qui lo fanno con le cipolle, alla vicentina!!)





E poi, e poi…
La settimana della lotta è finita, e ci siamo persi la finale, ma ci hanno assicurato che è stata geniale! 

Voila, e ora via, oggi non abbiamo avuto un attimo di tregua!
L'invito a pranzo da Amadou e famiglia si è trasformato in un divertente teatrino, fra tè, colorati vestiti tradizionali, bambini, arachidi e simpatiche vecchiette in vena di regali.. per la cronaca vi rimandiamo ai prossimi post!
Stasera siamo a cena da Camara..
E dobbiamo ancora finire di preparare le lenticchie, di cui abbiamo raccontato la tradizione nostrana! Chissà se gradiranno….
Anzi, ma se mentre cucini le lenticchie rovesci il sale, l'effetto portafortuna si annulla?
V.




venerdì 28 dicembre 2012

La lutte



Non so se riuscite ad immaginare la scena: villaggio Serere, notte (che vuol dire buio pesto, se non ci fosse la luna a venire incontro alle nostre pupille superdilatate!), uno spiazzo di sabbia delimitato da alcune capanne e da un grande baobab senza foglie (loro la chiamano piazza), suono incessante di tam-tam e voci che inneggiano cori a noi incomprensibili. Al centro svariate decine di uomini, decisamente di carnagione molto scura, che si muovono con andamento ipnotico in cerchio, esibendo doti fisiche notevoli (accompagnate da altrettanto invidiabili portamenti!), e ancheggiando al ritmo di musica. Racchiusi all'interno del cerchio altri corpi che si dimenano, e alcune coppie di uomini che si affrontano, assumendo posture contorte fino ad arrivare all'estrema mossa che determina la vittoria (per chi resta in piedi) e la disfatta (per chi cade a terra di schiena). 
E' la lotta, sport nazionale ma anche evento denso di tradizione e di folklore.
Pelle, muscoli, sudore, sabbia, sono protagonisti indiscussi della settimana!
Il villaggio è in fibrillazione!
Io mi godo lo spettacolo, circondata da bambini che si menano, mimando i loro corrispettivi adulti, e donne che per l'occasione tanto attesa si sono acconciate e hanno indossato i loro abiti migliori, e si apprestano a seguire i successivi incontri, fino all'incoronazione del vincitore (categoria "pesi massimi"), con relativa grande soirée!
Fantastico!!
(messaggio alle mie amiche: niente da eccepire in quanto a mascolinità…sono nettamente superiori!)


Scultura (naturale) al villaggio

Nel frattempo le nostre ricerche proseguono, un po' a rilento, come si addice ai tempi locali. Devo ammettere che a volte le pieghe che assumono alcune giornate mi lasciano attonita, forse per l'abitudine ormai consolidata di dover necessariamente riempire ogni singolo istante! 
Qui i minuti sono capaci di dilatarsi all'infinito, soprattutto nei momenti decisivi! Saluti, presentazioni, discussioni, ma anche semplici chiacchiere tra amici, ogni occasione è buona per prendere uno (anzi tre) tè (verde, cinese ndr.), operazione questa che può durare dalla mezz'ora alle due ore, e che viene ripetuta a cadenza regolare durante la giornata, accompagnata, bien sure, da dosi di zucchero massicce, alla faccia del diabete imperante!!
Noi non possiamo far altro che accettare di buon grado, e partecipare a questo rito conviviale, in attesa che qualcosa si muova.
V.

Parrucchiere e negozio di abbigliamento.



Duccio Wrote:
Sono sempre molto lusingato di avere il primo tè: di solito spetta al più anziano, ma l'ospite fa eccezione, mentre al più giovane, che non può rifiutarsi, tocca di prepararlo, il tè. 
Ogni volta mi riprometto di promuovere il tè senza zucchero, ma non mi sembra cortese visto quanto ci tengono e comunque vengo deriso quando dico che lo zucchero a casa mia lo usavano solo i miei coinquilini nel caffè, e poco anche. Veniamo derisi anche ogni volta che attraversiamo il villaggio senza meta precisa e ci chiedono "Vous faites une promenade?" (fate una passeggiata?).
Per non parlare di quando mi alzo all'alba per andare ai mercati dei paesi vicini: fa troppo freddo la mattina dicono. La pensa diversamente il gentilissimo e simpatico Amadou (giardiniere e custode di casa) che si sveglia alle 5.30 e mi accompagna volentieri con il suo carretto.

Alba verso N'dangane, sullo sfondo una capanna Peul.

Altra ilarità suscita la mia offerta di organizzare una giornata di pulizia erbacce presso la Maison D'Accueil (luogo dove si terrà ad inizio febbraio il Festival dei Villaggi); non capisco se è più perché mi vedono come se fossi in vacanza o se perché non credono che un bianco sia capace di lavori manuali...

Il gentile, simpatico e sempre sorridente, nonchè molto buffo, Camara presso la Maison D'Accueil
E allora a sto punto mi piace farmi prendere in giro quando dico che mi piacciono i paesaggi ed i cieli, e mi guardano strano mentre mi soffermo a fotografare
A che ne dica Valentina, negli ultimi giorni di cose ne stiamo facendo. Forse non abbiamo ancora trovato ciò che cerchiamo, ma le cose le stiamo smuovendo.
Attendiamo, come si fa qui, anche guardando il cielo.


lunedì 24 dicembre 2012

Natale africano

La source aux Lamantin


Yayeme, ore 13:22

Duccio Wrote:
E' da un po' che non scrivo di mio pugno. Effettivamente è stato un periodo difficile. 
Il sopraggiungere del Natale poi mi ricorda che del simbolo proprio non me ne può fregare di meno, ma mai come oggi mi manca quel delirio di saluti, ritrovi, rincontri, abitudini e tradizioni che è solitamente il mio Natale. 
Ahimè, la famiglia manca!
Non sarò certo scontento del mio primo Natale lontano da casa, ma in questo momento la malinconia assale.
Doveva essere un Natale al sole, oppure una cosa tipo Cristian De Sica "Natale in Senegal", ma alla vigilia neanche il sole c'è. Meglio eh, che ieri c'era un caldo mortale, per fortuna attenuato da un pomeriggio di riunione alla "Source aux Lamantin", molo con amache lussuosissimo circondato da mangrovie, pellicani, martin pescatori e tanti tanti pescetti. 
Un posto idilliaco per assistere ad una riunione del gruppo organizzativo del FestivalDeiVillaggi, che si terrà ad inizio febbraio fra Djilor e Yayeme, e di cui siamo diventati temporaneamente collaboratori.
Proviamo a tenerci occupati, non è facile in un paese dove l'ozio sembra un dovere, ma in realtà soffriamo molto di non trovare terreno fertile per le nostre idee ed aspettative. 
Oggi è una giornata no, ma di solito il giorno dopo va meglio e si torna ad essere combattivi ed entusiasti più che mai!!!
Il braccialetto portafortuna (gris gris) ce lo hanno regalato, speriamo che l'avvento del bambinello possa portare anche a noi un po' di fortuna, oltre che incenso, oro e mirra. 
Passerò la serata col naso all'insù sperando che questa luna luminosa non mi copra la scia della stella da seguire.
Buona vigilia.


Eccoci qui, alle prese con la vigilia!

Prevediamo un Natale abbastanza magro, ma più per scelta volontaria che per effettiva mancanza di materie prime commestibili. Qui, in questo piccolo villaggio Serere del distretto di Fatick, in realtà c'è proprio tutto: verdura, frutta, carne e pesce delizioso!! e il cibo costa talmente poco che più o meno con due euro al giorno riusciamo a mangiare... in sei!!

A dispetto delle potenzialità produttive del luogo, le quantità disponibili sono sempre molto ridotte. Diciamo che, per cultura, ciò che viene prodotto basta a soddisfare il fabbisogno giornaliero, niente di più, niente di meno! 
Così, al mercato trovi piccoli banchi che espongono fieramente: una carota, due cipolle, un cavolo, due patate (di cui una dolce), una melanzana, e qualche peperone. Per quanto riguarda la frutta devi aspettare qualche volenteroso che si è preso la briga di prelevare l'acqua dal pozzo e innaffiare le papaie, gli avocadi, i meloni, le banane, (tutta roba che nasce spontanea!) permettendogli così di crescere in tempi un po' più rapidi! 
A questa "parsimonia" si aggiunge la filosofia che contraddistingue questo popolo, composto in buona parte da musulmani. Oggi ci siamo, domani chissà, quindi insha'allah! ovvero, se oggi ho bisogno di nutrire me e la mia famiglia compro il minimo indispensabile, che domani provvederò al domani. 
Ne consegue che anche nelle "boutique" (piccoli negozi tuttofare) si trova ogni genere di cosa, commestibile e non, ma  sempre in piccole quantità: un sacchetto di zucchero da un etto, bustine contenenti una manciata di sale, una di pepe, una di peperoncino, un po' di caffè solubile, un etto di sapone, minibustine di succhi di frutta, latte in polvere (maledetta Nestlè!!)… 
solo cipolle e riso sono venduti a chili, e guai a farne mancare in casa!!


Cartina del distretto


Così ci prepariamo a trascorrere il Natale con i membri dell'Associazione che ci ospita, a cui abbiamo detto che cucineremo noi..aiuto!! Ci sta che ognuno si presenti con mogli e prole al seguito..(calcoliamo almeno quattro bambini per famiglia!)

Dopo aver scoperto che la farina è reperibile, Duccio si è offerto di fare la pasta fatta in casa, quindi il menù sarà il seguente: fettuccine al ragù, melanzane fritte e macedonia. (Duccio in questo momento è alle prese con la preparazione della carne comprata stamani! Ancora non abbiamo chiaro che razza di animale sia!)
Dopo quasi un mese passato mangiando riso con pollo, riso con verdure, riso con cipolle e riso con pesce non è male!! 

Bon, joyeux Noel à vous tous!





Piroga a Ndangane



venerdì 21 dicembre 2012

Aggiornamenti

Villaggio Peul


Comunque, non vorrei dire, ma sono passate le 21:12 e anche le 21:21, del 21/12/2012... dobbiamo aspettare mezzanotte per la fine del mondo? Qui in Senegal i Maya non se li caga nessuno!!

Ecco qualche foto della giornata appena trascorsa, che sennò Duccio dice che scrivo post troppo personali! 
Notte
V.

Where is Duccio?


In marcia in cerca di location







Spiriti notturni






Villaggio di Yayeme, ore 19:45

Il buio ha avvolto come una spessa coperta il giardino e l'abitato intorno. Le forme degli alberi, che di giorno si stagliano altere, riconoscibili, ognuna rivendicante la propria identità, sono scomparse, come inghiottite da un buco nero. 
In alto una mezza luna dai contorni taglienti getta la propria luce fredda su ogni cosa, aiutando a percepire qualche ramo secco di baobab, qualche timida foglia di neem.
Non ricordavo quanto fosse scura la notte, lontana dai lampioni, dalle insegne luminose, dal pulsare artificiale dei neon. E quanto fosse impenetrabile e rassicurante ad un tempo.
I sensi aperti riescono a percepire distintamente ogni suono, a classificarlo, creando un piccolo lessico familiare, un vocabolario a cui giorno dopo giorno aggiungere voci e a cui attingere per sveltire il processo di riconoscimento. 
Così, mi sorprendo a giocare con i rumori, come un'esploratore attento, curioso, ogni volta meravigliato.
Mi lascio andare finalmente alla natura, mi abbandono, lascio che sia lei a dettare i ritmi.
Un vento caldo, qualcuno qui direbbe uno spirito, pervade ogni cosa della sua presenza.
V.



martedì 18 dicembre 2012

Poulet et baobab

Pascolo al tramonto


Eccolo!! Il tramonto africano che aspettavo!
si, ok, accusatemi di essere una che ama i clichés, ma vedere un sole gigante (e quando dico gigante…) qui se couche sopra un mare di palme e baobab, è una roba che toglie il fiato!!
L'emozione è tale che la notte scivola via leggera, rinfrescata da quella bellezza che ha riempito gli occhi e il cuore. 

Stamani ci siamo svegliati di buon'ora, pimpanti e propositivi, pronti per nuovi sorrisi, strette di mani, brevi saluti ritmati a suon di "ça va?" (i senegalesi consacrano lunghi minuti alla cerimonia del saluto, che consiste nel sincerarsi oltre che dello stato di tutta la famiglia, dell'andamento degli affari, dei viaggi, degli amici, dei vicini di casa…), abbiamo comprato il pane al villaggio (qui la baguette è d'obbligo,faute à la France!) e consumato la nostra colazione collettiva all'ombra del grande mango.

Il compito che mi si è prospettato per la mattina è quello degno di ogni donna che minimamente si rispetti: cucinare! 
Et voila le Poulet Yassa! 
L'alimento base della cucina senegalese è il riso, in tutte le sue forme, utilizzato per accompagnare piatti di carne, pesce, verdure, solitamente molto speziati. Il Poulet Yassa non è altro che una deliziosa variante composta da pollo, riso bianco, e una saporita salsa di cipolle.
Così verso le 10 sono partita con Eva in cerca degli ingredienti, tutti reperibili al villaggio:
Riso bianco spezzato (circa 1 kg per 6 persone) 
Una decina di cipolle
Un peperone verde
Due carote
Una rapa
Pepe nero
Tre dadi (qui il dado è l'immancabile compagno di ogni pasto!) 
Spezie miste
Un pollo (pollo che abbiamo scelto nel cortile di Famara, esemplare sano, arzillo, con bel piumaggio bianco, un tantino reticente all'idea di seguirci!)
Una volta a casa la preparazione ci ha tenuto occupate per un paio d'ore, ma il risultato è stato ineccepibile!
La prochaine fois je vais le faire toute seule!!
V.

Giro in calesse con Amadou



  




lunedì 17 dicembre 2012

Les oiseaux de Fimela


Dakar- Fimela. Sine Salum.

Ci lasciamo alle spalle la caotica ville de Dakar alla ricerca di ritmi un po' più consoni al nostro progetto. Non era forse il contatto con la natura, il legame profondo e il rispetto di essa, ciò che ci ha mosso alla volta dell'Africa? Non era forse il bisogno di confrontarsi con persone dal volto umano, spiriti vergini e illuminati, difensori della tradizione ma consci del suo ruolo propulsore, e della necessità di coniugarla al processo di civilizzazione in atto?

Così partiamo, con la speranza di trovare un luogo che ci accolga, e che ci doni un piccolo spunto, spazzando via i dubbi che nel frattempo si sono addensati nella nostra testa.
Il viaggio in pullman dura circa cinque ore. Persone che salgono e scendono, bagagli stipati sul tetto, venditori che si accalcano ad ogni fermata per cercare di appiopparti qualsiasi cosa: arance, lime, banane, dolcetti, arachidi tostate, pane, latte cagliato, acqua, biscotti pure beurre, schede telefoniche, patatine, uova sode...e chi più ne ha...il viaggio è lungo, e l'approvvigionamento di viveri aiuta anche a far passare il tempo!
Lentamente il bus si svuota e quando arriviamo a Fimela, insieme a noi ci sono tre donne, una bilancia meccanica, due polli, un tizio con un lungo abito da cerimonia, e un altro che trasporta un grande televisore a tubo catodico (non ne vedevo così dal 92!).
Scendiamo in un piccolo villaggio dove finalmente la gente ci sorride.
La Maison Blanche dove siamo ospitati si trova di fronte ad un grande albero di baobab, dal quale pendono alcuni frutti non ancora maturi.
All'interno del giardino ce ne sono altri, insieme a maestosi manghi, piccole papaie, acacie, preziosi neem, limoni profumati, palme e una quantità di piante di cui ancora non conosco il nome. Il faut apprendre vite, perché "qui ogni albero ha un nome, e ci si rivolge a lui con gran rispetto". 
Ci addormentiamo al suono dei tam-tam, ci spiegheranno poi che nella notte c'è stata la "fête du lion", una sorta di rituale giocoso in cui si simula lo scontro tra l'uomo e il leone, per ricordare il potere in mano ad alcuni di ammansire la belva. 
V.

sabato 15 dicembre 2012

Gira la carta



Duccio wrote:

Sono passati già 15 giorni!! 1/4 del tempo da noi preventivato ed è ora dei primi resoconti.
Ok Ok lo ammetto, forse a volte sbaglio anche io.
Cioè, diciamo che sono indotto all'errore. Non che proprio sbaglio io, ma mi costringono a farlo.
Fosse per me non sbaglierei mai! Ma dicono che umanum est…
Fatto sta che le prime immagini girate non è che ci soddisfino molto.
Un paio di storielle, ma sopratutto sembra roba da reportage. 
Noi non siamo qui per questo!
Ed allora è ora di cambiare rotta. Domani si va nei villaggi!
Grazie "Yungar per la Pace"! Sono sicuro che grazie alla vostra deliziosa ospitalità troveremo ciò che ci serve! 
Il villaggio di Yayeme è quello che già mi ha ospitato nel 2009, dove ero stato molto bene.
Yungar per la pace dopo i successi della ri-alfabetizzazione femminile, il Bois Sacré ultimato, la maison d'accueil funzionante, si appresta ad ultimare altri grandi progetti: StopTB sulla prevenzione e cura della tubercolosi nel quadro dell'OMS, dal 28 gennaio partiranno i corsi di formazione che coinvolgono le donne già alfabetizzate da Yungar per la pace; e dal 1 al 3 febbraio ci sarà al Bois Sacré il primo festival dei villaggi! http://yungarperlapace.org
Gireremo delle immagini per documentare anche questo in attesa di trovare la storia giusta per il nostro progetto.

Ecco, questi ultimi giorni sono passati così: fra dubbi angosce e, per fortuna, amici ritrovati.
A Dakar è arrivato Beniamino, vecchio amico, ex coinquilino e cooperatore internazionale per non mi ricordo che cosa.
Lui è la 4 volta che viene in Senegal per lavoro e per lungo tempo, questa volta è ospite da Marta e Aziz che gestiscono un SurfCamp. http://www.malikasurfcamp.com


Ed allora via che anche noi ci accodiamo a gitarelle in cerca di spot buoni per le loro onde.


Bello vedere una Dakar che altrimenti non avrei saputo trovare, bello spesso incontrare gente cordiale come il Togolese Renaud ("si pronuncia come la macchina" Cit.). Anche lui, come noi devo ammettere, era un po' nostalgico. Il Senegal è duro, dice, la vita è cara e non sempre le persone sono così cordiali.
Secondo me è colpa della città. Concentriamoci sulla vita rurale, riscopriamo l'essenziale rapporto uomo natura.

Renaud e Valentina

mercoledì 12 dicembre 2012

Il gioco delle tre capre


Parola d'ordine: decompressione.

Dakar-Tivaouane-Saint Louis-Tivaouane-Dakar.
Eccoci di ritorno dalla nostra prima "uscita" ufficiale.
Un guaritore, un po' fitoterapeuta, un po' chercheur, un po' invasato, un po' santone, ci ha permesso di seguirlo da vicino in uno dei suoi tanti cabinet, per entrare nel vivo di qualche visita, e ci ha portato, udite udite, all'Università di Saint Louis, nel cuore della scienza empirica, per mostrarci tutto il potenziale nascosto dietro la collaborazione tra medicina tradizionale e ricerca (senza perdere occasione per lamentare i limiti dell'accademismo!)    
La piccola capra nerina se l'è vista brutta, rischiando di essere utilizzata come oggetto sacrificale per un rito di guarigione "mistica"… peccato che le sue corna erano troppo corte per essere tagliate! Ma niente paura, la sostituta non si è fatta attendere, e la procedura è stata portata a termine, con buona pace della malata, che nel frattempo aspettava il suo amuleto da mettere sotto il cuscino!
...E dire che prima di partire ero quasi diventata vegetariana!




Ora siamo stanchi, bisognosi di tempo e riflessione.
Luoghi, incontri, volti, occhi, mani.
Eventi che si sono succeduti rapidamente.



Necessità di sedimentare. Ri-vedere, ri-ascoltare, ri-pensare.
Un po' di girato da mettere al vaglio, esaminare, per decidere quali saranno i prossimi passi.



Nerina è nel cortile di casa, in compagnia di quattro montoni e un cavallo. 
Ci siamo accorti che Nerina è un maschio.
V.




giovedì 6 dicembre 2012


Duccio Wrote:
Ecco, ci risiamo! Un medico mi ha sognato prima che andassi a trovarlo…
No anzi: prima dice che NON mi ha sognato, poi dice che mi ha sognato ma non me lo ha detto subito perché nel sogno avevo male al fegato, ma poi quando mi ha visto camminare senza problemi gli sono venuti dei dubbi e allora non era più sicuro fossi io… L'unica cosa certa è che aveva sognato Valentina ed M'baye che pagavano il ticket con una banconota da 2000 XFA ed io non c'ero. 
In effetti ero in bagno.
Tutto questo accadeva nell'ospedale tradizionale di KeurMassar, ridente periferia di Dakar che da 5 anni non ride più molto perché le stanno rifacendo la strada. 
Da 5 anni. 
Fate voi.
Simpatico comunque il ragazzo che ci ha fatto fare il giro turistico, splendida la farmacista albina, molto disponibile il direttore. Ci torneremo.


Tanta acqua nei pozzi per il giardino!
Bocce e boccettine nel laboratorio del'ospedale.
La bella albina.

Come siamo già tornati dai nostri amici medici tradizionali di strada (a detta di alcuni: la vera assistenza medica del paese). Un misto fra santoni, invasati islamici, scienziati, storici ed intellettuali grandi conoscitori di malattie e piante. Gente simpatica in generale, curiosa ed interessata.
Pochi gli incidenti diplomatici: quando bisogna infrangere la loro immagine dell'europa dove è tutto bello, facile e ricco dove 

addirittura ti pagano se sei un disoccupato; e quando la malcapitata Valentina porge la mano in saluto ed alcuni si ritraggono perché la loro religione non gli permette di toccare le donne; oppure quando ridono della mia maglietta a maniche corte mentre loro si lamentano del freddo (con il sole almeno 25 gradi).
Tutto col sorriso comunque.

Visto!! è inverno!!
Domani andiamo ad intervistare ed osservare un medico tradizionale originario della Nigeria. Si, ce ne sono di tutte le nazionalità, ma molti (come questo probabilmente) sono dei semplici commercianti ed importano medicamenti dai loro paesi di origine.
Mercato illegale di sciroppo per la tosse: interessante.
Il viaggio proseguirà nel weekend a Saint Louis nel nord del paese, dove seguiremo un altro medico, ma questo più serio. Infatti il nostro Malick N'Dyaie terrà una conferenza all'università, parlerà di fitoterapia ed anche dei cialtroni che si spacciano per medici tradizionali, ma anche della cultura che sta dietro alla medicina tradizionale.
Personalmente sono impaziente, è da molto che voglio andare a Saint Louis. Per di più il viaggio è condito da 1 o 2 notti a casa della sorella di M'Baye a Tivaouane, famiglia grande ed importante: il marito è il sindaco!

Ti sei dimenticato di dire che abbiamo conosciuto il direttore del Média Centre de Dakar, il quale ci ha accolto con non pochi convenevoli, enumerando le virtù della scuola (di cinema ndr.).. non abbiamo potuto dargli torto, visti i pochi, direi inesistenti, mezzi messi a disposizione dallo stato!

La "sala di proiezione" del Média Centre
Ora a letto, che domani ci aspetta una lunga giornata. 
Ma non prima di aver bevuto una tazza di latte ("prescritta" dal tradipraticien Malick N'Dyaie) con il miele appena acquistato da alcuni venditori di rimedi dans la rue. Un liquido scuro, denso e dal sapore piuttosto intenso, appena raccolto (??) e messo in una comoda bottiglia di plastica da mezzo litro! Il tutto alla modica cifra di 1200 CFCA (circa 2 euro).
Non male... ma DOVE SONO LE API???
V.



lunedì 3 dicembre 2012

Bienvenu au Senegal!!!


..ovvero i medici tradizionali dans la rue, l'artista Bese, i deliziosi profumini di Dakar e i taxi che cadono a pezzi.



In questo momento Duccio corre in riva all'oceano, e io ne approfitto per qualche esercizio yoga e per aggiornare il blog.
Programma della giornata: visitare l'Herbier Dakar (Giardino botanico della Facoltà di Biologia) e avventurarci in promenade, per respirare l'aria (alquanto malsana!) di questa metropoli. Chissà che non si possano fare incontri utili al nostro lavoro.. Notre but est l'exchange, n'est pas?
Il taxi si rivela subito un ottimo mezzo di trasporto, rapido ed economico: con un euro ci troviamo catapultati di fronte all'Università Cheik Anta Diop, grande complesso che si estende nella zona di Fann, a pochi passi dalla Corniche. Il giardino botanico si rivela un piccolo spazio recintato, in generale non troppo curato, che ospita qualche pianta priva di cartellino. Ecco l'entrata!


(Diciamo che la descrizione del sito internet era stata piuttosto “generosa”)
Bene, proseguiamo per il “centro” incrociando nell'ordine: un montone insacchettato su motorino sgangherato che grida bbbeeeeee mentre il conducente se la prende con un uomo con carretto trasportante liquidi non definiti che gli ha tagliato la strada, donne che fanno il bucato su strada, un numero imprecisato di carri, carretti, motorini, bus collettivi, taxi, cavalli, capre, galline, venditori ambulanti, uomini in preghiera, donne che cucinano e bambini che giocano, un banchetto di medici tradizionali che vendono i loro prodotti...MEDICI TRADIZIONALI!?!
Ci fermiamo incuriositi e riusciamo senza troppe difficoltà a stabilire un contatto. C'è in noi il desiderio di ascoltare, di capire, di apprendere, c'è in loro la volontà di dialogare, a patto che il discorso non sia unilaterale. Il faut donner pour avoir, c'est ça l'exchange!
Dopo averci ricordato la nostra dipendenza dal mondo naturale ("il faut regarder les animaux et étudier les plantes pour produire les médicaments"), e la superiorità dell'Africa in quanto a conservazione e valorizzazione delle tradizioni, ci illustrano le qualità dei prodotti di cui dispongono, che curano praticamente qualsiasi cosa!
Ce ne andiamo felici, sicuri che li incontreremo di nuovo.

Per il resto del racconto, credo che le foto siano più esplicative di mille parole.
A presto.
V.

Alle prese con le "puzze" di Dakar















L'artista Bese, promotore dell'arte per il popolo














Pit stop sulla via del ritorno

sabato 1 dicembre 2012

Senegallo



Sfondo nero, no, bianco.. layout? e il carattere? .. meglio Arial, più comprensibile, no, questo è carino, dai! mettiamo una foto o no? quale foto? oddioo!! i panni stesi no!!! troppo banali!! ecco.

Primo rapido post dal nostro arrivo a Dakar, Senegal..
Non male avere una connessione internet dopo soli tre giorni!
Peccato l'aver sottovalutato la difficoltà di scrivere un blog a quattro mani.
V.

Duccio's writing:
Dopo tutto questo dice che sono indisponente.. mha?
Bè dai dopo il rientro da Thies di 2 ore (75km) causa traffico disordinato ed ingiustificato, chi non lo sarebbe un po'?
La doccia e la scoperta che la chiavetta internet funziona anche senza sim, lo spezzatino coi piselli con l'immancabile baguette ed 1kg di foglie di the che non mi ricordo il nome ma fa bene per il diabete: aiutano a recuperare la serenità.
Vista la carburazione incerta della maggior parte dei veicoli mi chiedo come il Senegal non sia uno dei paesi con il tasso di tumori ai polmoni più alto del mondo; pochi fumano sigarette, sarà per questo.
A parte i capelli polverosi comunque il bollettino è buono: caldo poco, cagotto zero, punture di zanzare neanche l'ombra. Mamma stai tranquilla: mangio pure una mela al mattino.

Ok, siamo sulla strada buona. Ce la dovremmo fare.
V.